Sito La Repubblica: Lo schema Ponzi dei Bitcoin….

Lo schema Ponzi dei Bitcoin

Sito La Repubblica: Lo schema Ponzi dei Bitcoin…

bitcoin Lo schema Ponzi
 Lo schema Ponzi di bitcoin

Ed eccomi tranquillo col mio cellulare a leggere notizie di ogni sorta su bitcoin, ed ecco che  mi ritrovo in questo “meraviglioso” articolo sul sito della Repubblica.

Scritto dal Sign. Alessandro Guzzini, da quanto si evince dal profilo Linkedin, Co-founder and CEO at Finlabo SIM, ovvero un esperto di finanza.

Il titolo dell’artico in questione è “Lo schema Ponzi dei Bitcoin”, e nell’articolo come risulta chiaro Bitcoin viene definito uno schema Ponzi, nel quale 2000 persone detengono 42% di Bitcoin, 150.000 individui posseggono un altro 43% e 25 milioni il restante 13%.

A questo punto ho continuato a leggere l’articolo per cercare di capire quale altre tesi venivano poste, al fine di sorreggere tale teoria. e bene nessun altra.

Questa è stata tutta l’argomentazione dell’articolo.

Nessun cenno alla tecnologia Blockchain che sta dietro un progetto come bitcoin, che in sostanza è alla base di tutto, una tecnologia che ha come scopo esattamente l’opposto da quanto ritenuto dal Sign. Guzzini.

Viene anche sostanzialmente enfatizzata Libra che sarà una moneta stabile quindi paragonabile alle meravigliose monete Fiat…

Certo le valute Fiat hanno un controvalore in oro…ops scusate avevano un controvalore in oro, ma oggi non è più necessario per fortuna “delle banche”, esse possono decidere di stampare carta straccia a loro piacimento al fine di risanare situazioni di loro interesse.

Bitcoin è uno schema Ponzi?

Si in fondo Bitcoin è un sistema Ponzi, la maggior parte del potere e detenuto da pochi individui.

Effettivamente nulla a che vedere con la società in cui viviamo oggi dove il potere è detenuto da pochi e i molti sono costretti a lavorare e sudarsi uno stipendio per poter pagare le tasse che serviranno solo ad aumentare il potere dei pochi.

Il motivo di questo post è in sostanza solo per cercare di capire perchè fare disinformazione, per quale motivo, la persona che ha scritto l’articolo è esclusa da un concetto di ignoranza, sicuramente ad un livello culturale nell’ambito della finanza ben al di sopra del mio e posso solo inchinarmi.

Quindi l’unica cosa che mi resta da pensare è perchè fare disinformazione?

Se nell’articolo fosse stato visto il bitcoin in tutti i suoi aspetti e alla fine fosse stato sottolineato a caratteri cubitali che il giudizio del Sign. Guzzini era comunque che Bitcoin è uno schema Ponzi, ok mi sta bene, è un giudizio personale ci sta, il mondo è bello perchè è vario.

Ma nell’articolo leggo solo una sentenza e questo non va bene.

Per chi si approccia per la prima volta al concetto bitcoin quello che ne assimila è solo che BTC è uno schema Ponzi.

Non saprà mai come la tecnologia che ne regge le basi può completamente rivoluzionare il nostro modo di vivere.

Può essere in grado di renderci indipendenti da quel potere che controlla ogni cosa.

Potrebbe rendere un sistema centralizzato in un sistema decentralizzato, trasparente e visibile da tutti.

Detto ciò ritengo opportuno sottolineare anche che comunque Bitcoin e criptovalute in generale hanno chiaramente un lato della medaglia puramente speculativo.

Ma alla fine è la sostanza di questo tipo di assets, così come avviene nel forex e compagnia bella.

L’unica differenza delle criptovalute è l’elevata volatilità, che chiaramente comporta un elevato rischio di perdita.

Ma ritengo di non dover essere io a dire che tutti gli investimenti tradizionali prevedono, oltre che ad operazioni a basso e medio rischio, anche operazioni ad alto e altissimo rischio, dove in pochissimo tempo si possono perdere tutti i capitali.

Conclusioni

Quindi per concludere quello che mi aspetterei da un articolo della Repubblica è un articolo che dia le informazioni necessarie a prendere la corretta visione di cosa è bitcoin e gli eventuali rischi finanziari a cui si può incorrere.

Indicando in modo equo i pro e i contro.

Un sito come quello della Repubblica raggiunge un numero di utenti ben differenti da il “nessun Criptoita” e ciò significa fare una poco corretta disinformazione, come spesso si finisce a pensare che fanno la maggior parte dei media.

Link articolo sito della Repubblica 

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